Nuova Gerusalemme e dottrina celeste (20-27)

Estratti dagli arcani celesti

20. Ogni cosa nell’universo, in generale ed in particolare fa riferimento al bene e alla verità, ovvero al male e alla falsità; quelle conformi al Divino ordine, al bene e alla verità, quelle contrarie al Divino ordine, al male e alla falsità (nn. 2451, 3166, 4390, 4409, 5232, 7256, 10122). Così presso l’uomo ogni cosa fa riferimento all’intelletto e alla volontà, dal momento che l’intelletto è il ricettacolo della verità, ovvero della falsità; e la volontà è il ricettacolo del del bene ovvero del male (n. 10122). Nel tempo presente in pochi conoscono cosa sia la verità nella sua autentica essenza, perché si ha una scarsa conoscenza del bene, e nondimeno, tutta la verità è dal bene, e ogni bene è attraverso la verità (nn. 2507, 3603, 4136, 9186, 9995).

Vi sono quattro generi di uomini. 1. Quelli che sono nella falsità dal male e quelli che sono nella falsità, non dal male. 2. Quelli che sono nella verità separata dal bene. 3. Quelli che sono nella verità e attraverso essa mirano e tendono al bene. 4. Quelli che sono nella verità dal bene. Ma di questi si tratterà singolarmente.

21. Quelli che sono nella falsità dal male e quelli che sono nella falsità, non dal male.  Vi sono innumerevoli specie di falsità ed altrettante di mali. E le cause delle falsità e dei mali sono molteplici (nn. 1188, 1212, 4729, 4822, 7574). Vi è falsità dal male, cioè falsità del male; e vi è il male dalla falsità, cioè il male della falsità; e ulteriori falsità di lì, per così dire, derivate (nn. 1679, 2243). Da una falsità, specialmente se è quella principale, scaturiscono ulteriori falsità in una serie continua (nn. 1510, 1511, 4717, 4721). Vi sono falsità dalle cupidità dell’amore di sé e dell’amore del mondo; e vi sono cupidità dalla fallacia dei sensi (nn. 1295, 4729). Vi è falsità dalla religione e vi è falsità dall’ignoranza (nn. 4729, 8318, 9258). Vi è falsità in cui è il bene e falsità in cui non è il bene (nn. 2863, 9304, 10109, 10302). Vi è ciò che è falsificato (nn. 7318, 7319, 10648). Ogni male ha in sé la falsità (nn. 7577, 8094). La falsità dalla cupidità dell’amore di sé è il falso dal male stesso, e le peggiori specie di falsità procedono di lì (n. 4729).

Il male è grave, e ha in sé l’inclinazione a precipitarsi nell’inferno; non è così per il falso in cui non vi sia il male (nn. 8279, 8298). Il bene si tramuta in male e la verità in falsità, quando precipitano dal cielo verso l’inferno, perché degradano in un’atmosfera grossolana e impura (n. 3607). La falsità dal male appare come nebbia e acqua stagnante sopra l’inferno (nn. 8137, 8138, 8146). Quelli che sono nell’inferno proferiscono falsità dal male (nn. 1695, 7351, 7352, 7357, 7392, 7699). Quelli che sono nel male non possono pensare altro che falsità, quando pensano da se stessi (n.  7437). Approfondimenti sul male dalla falsità (nn. 2408, 4818, 7272, 8265, 8279); e sulla falsità dal male (nn. 6359, 7272, 9304, 10302).

Ogni falsità può essere dimostrata, e apparire come fosse una verità (nn. 5033, 6865, 8521, 8780). Perciò ogni cosa deve essere esaminata per vagliarne la sua autenticità (nn. 4741, 7012, 7680, 7950, 8521). Devono essere prese opportune cautele affinché le falsità dalla religione non si consolidino, perché di lì procede la persuasione della falsità, che aderisce all’uomo dopo la morte (nn. 845, 8780). In che modo la persuasione della falsità è dannosa (nn. 794, 806, 5096, 7686).

Il bene non può fluire nelle verità fintantoché l’uomo è nel male (n. 2434). I beni e le verità si allontanano dall’uomo nella misura in cui questi è nei mali e nelle falsità (n. 3402). Il Signore usa la massima cura affinché la verità non sia congiunta al male, né la falsità del male al bene (nn. 3110, 3116, 4416, 5217). l’effetto di una tale commistione è la profanazione (n.6348). Le verità estinguono le falsità; e le falsità estinguono le verità (n. 5207). Le verità non possono essere interiorizzate finché regna l’incredulità (n. 3399).

In che modo le verità possono essere falsificate, attraverso esempi (n. 7318). Al male è consentito falsificare le verità. La ragione (n. 7332). Le verità sono falsificate dal male che aderisce ad esse e le attrae a sé (nn. 8094, 8149).

La verità si dice che è falsificata quando ad essa aderisce il male, il che ha luogo attraverso fallacie e apparenze esteriori (nn. 7334, 8062). Ai malvagi è consentito aggredire la verità, ma non altrettanto il bene, perché essi possono falsificare la verità per mezzo di molteplici interpretazioni e applicazioni (n. 6677). La verità falsificata dal male è contraria alla verità e al bene (8602). La verità falsificata dal male nell’altra vita è contraddistinta da esalazioni maleodoranti (7319). Approfondimenti sulla falsificazione della verità (nn. 7318, 7319, 10648).

Vi sono falsità della religione che concordano con il bene e falsità che non concordano (nn. 9258, 9259). Quando le falsità della religione non sono in contrasto con il bene, non producono il male, eccetto per coloro che sono nel male (n. 8318). Le falsità della religione non sono imputate a coloro che sono nel bene, ma a quelli che sono nel male (nn. 8051, 8149). Le verità non autentiche e le falsità possono coesistere con le verità autentiche in coloro che sono nel bene, ma non presso coloro che sono nel male (nn. 3470, 3471, 4551, 4552, 7344, 8149, 9298). Le verità e le falsità sono associate attraverso apparenze nel senso letterale della Parola (n. 7344). Le falsità sono tramutate in verità dal bene e sono mitigate quando sono piegate e rivolte verso il bene, e il male è rimosso (n. 8149). Le falsità della religione presso coloro che sono nel bene, sono ricevute dal Signore come verità (nn. 4736, 8149). Il bene la cui qualità deriva dalla falsità della religione, è ricevuto dal Signore se vi è ignoranza ed in essa, innocenza, e se il fine perseguito è retto (n. 7887). Le verità presso l’uomo sono apparenze di verità e bene imbevute della fallacia dei sensi. Ciò nondimeno il Signore le adatta alle verità autentiche presso colui che è nel bene (n. 2053). Le falsità nelle quali è il bene sono presso quelli che sono al di fuori della chiesa, e quindi nell’ignoranza della verità; e anche presso coloro che sono all’interno della chiesa ove imperano le falsità della dottrina (nn. 2589–2604, 2861, 2863, 3263, 3778, 4189, 4190, 4197, 6700, 9256). Le falsità in cui non vi è il bene sono più gravi in coloro che sono all’interno della chiesa, rispetto a quelli che sono al di fuori di essa. (n. 7688). Nell’altra vita, le verità e i beni sono sottratti ai malvagi e sono donati ai retti, secondo le parole del Signore:

A chi ha sarà dato affinché sia nell’abbondanza, e a chi non ha sarà portato via anche quel poco che ha (Matteo 25:29, n. 7770)

 

22. Quelli che sono nella verità separata dal bene. Le verità separate dal bene, non sono in sé verità, quindi non hanno vita; infatti, tutta l’essenza della verità è dal bene (n. 3603). Quindi è come il corpo senza l’anima (n. 8530, 9154). Le conoscenze del bene e della verità che sono solo nella memoria e non nella vita, sono considerate da questi verità (n. 5276). Le verità non aderiscono all’uomo, né egli le fa proprie quando queste sono conosciute e riconosciute attraverso cause che procedono dall’amore di sé e del mondo (n. 3402, 3834). Ma aderisce all’uomo ciò che egli riconosce per amore della verità stessa e del bene (n. 3849). Le verità separate dal bene non sono accettate dal Signore (n. 4368); né sono salvifiche (2261). Quelli che separano la verità dal bene non appartengono alla chiesa (n. 3963); né possono essere rigenerati (n.10363). Il Signore non è presente nelle verità se non attraverso il bene (n. 10367).

Della separazione della verità dal bene (n. 5008, 5009, 5022, 5028). Della qualità della verità senza il bene e della sua qualità dal bene (n. 1949, 1950, 1964, 5951); attraverso comparazioni (n. 5830). La verità senza il bene è tetra (n. 1949 – 1951, 1964). Essa, nel mondo spirituale appare come una materia dura  (n. 6359, 7068) e e acuminata (n.2799). La verità senza il bene è come la luce d’inverno, quando tutte le cose sono intorpidite e non fruttificano;  mentre la verità dal bene è come la luce a primavera e in estate, quando tutto e in fiore e fruttifica (n. 2231, 3146, 3412, 3413). Tale luce invernale è mutata in densa oscurità quando fluisce la luce del cielo, e coloro che sono in quelle verità diventano ciechi e stupidi (n. 3412, 3413).

Coloro che separano le verità dal bene sono nelle tenebre, nell’ignoranza della verità e nelle falsità (n. 9186). Attraverso le falsità essi si precipitano nei mali (n. 3325, 8094). Errori e falsità in cui si precipitano (n. 4721, 4730, 4776, 4783, 4925, 7779, 8313, 8765, 9222). La Parola è preclusa a loro (n. 3773, 4783, 8780). Essi non vedono né si soffermano su tutte quelle cose di cui il Signore ha parlato in merito all’amore e alla carità, e quindi in merito al bene (n. 2051, 3416). Essi non sanno cosa sia il bene, né l’amore e la carità celesti (n. 2471, 3603, 4136, 9995). Quelli che conoscono le verità delle fede e vivono nel male, nell’altra vita abusano delle verità allo scopo di dominare; della loro qualità e della loro sorte (n. 4802).

La Divina verità condanna all’inferno, ma il Divino bene eleva al cielo (7258). La Divina verità atterrisce (4180) .Cosa s’intende per essere giudicati dalla Divina verità e cosa s’intende per essere giudicati dal Divino bene (2335).

23. Quelli che sono nella verità e attraverso essa mirano e tendono al bene. Quindi delle verità in cui vi è il bene. Ciò che un uomo ama, questo egli vuole, e ciò che un uomo ama o vuole, questo egli pensa, e conferma in vari modi; e ciò che egli ama o vuole, questo è ciò che chiama bene, e ciò che egli pensa e conferma in vari modi, questo e ciò che chiama verità (n. 4070). Quindi, la verità diviene bene quando è dall’amore o dalla volontà, ovvero quando l’uomo l’ama o la desidera (n. 5526, 7835, 10367). E siccome l’amore o la volontà è l’autentica vita dell’uomo,  la verità non ha vita nell’uomo quando egli soltanto la conosca o la pensi, ma quando la ama e la desidera, e attraverso l’amore e la volontà la mette in atto (n. 5595, 9282). Di lì le verità ricevono la vita, e di conseguenza, dal bene (n. 2434, 3111, 3607, 6077). Pertanto, la vita delle verità e dal bene, ed esse sono prive di vita senza il bene (n. 1589, 1947, 1997, 3180, 3579, 4070, 4096, 4097, 4736, 4757, 4884, 5147, 5928, 9154, 9667, 9841, 10729); approfondimento (n. 9154). Quando può dirsi che le verità abbiano acquisito la vita (n. 1928). Quando la verità è congiunta al bene, aderisce all’uomo perché diviene parte integrante della sua vita (n. 3108, 3161). Affinché la volontà sia congiunta al bene deve esservi il consenso dell’intelletto e della volontà. Quando vi è il consenso anche della volontà, allora ha luogo la congiunzione (n. 3157, 3158, 3161).

Quando l’uomo è rigenerato le verità entrano con delizia nell’affezione, perché l’uomo ama metterle in atto, ed esse si riproducono nella stessa affezione perché i due sono in armonia (n. 2474, 2487, 3040, 3066, 3074, 3336, 4018, 5893, 7967). L’affezione che appartiene all’amore si aggiunge sempre alle verità secondo gli usi della vita; e l’affezione si riproduce con le verità e e le verità sono riprodotte con l’affezione (n. 3336, 3824, 3849, 4205, 5893, 7967). Il bene riconosce per verità ciò che concorda con l’affezione dell’amore (n. 3161).  Le verità sono introdotte attraverso delizie e gradevolezze consone con le prime (n. 3502, 3512). L’affezione genuina della verità è dal bene, ed è conforme ad essa (n. 4373, 8349, 8356). Dunque vi è un’insinuazione e un influsso del bene nelle verità, ed una congiunzione (n. 4301). Di qui le verità acquisiscono la vita (n. 7917, 7967).

Poiché l’affezione che appartiene all’amore si aggiunge sempre alla verità, secondo gli usi della vita, il bene riconosce la verità sua propria, e la verità riconosce il bene suo proprio (n. 2429, 3101, 3102, 3161, 3179, 3180, 4358, 5407, 5835, 9637). Di lì procede la congiunzione della verità e del bene (n. 3834, 4096, 4097, 4301, 4345, 4353, 4364, 4368, 5365, 7623–7627, 7752–7762, 8530, 9258, 10555). Anche le verità si riconoscono reciprocamente e sono mutuamente associate (n. 9079). Questo discende dall’influsso del cielo (n. 9079).

Il bene è l’esse della vita, e la verità e l’existere della vita che di lì deriva. Quindi il bene trae il suo existere della vita dalla verità; e la verità trae il suo esse della vita dal bene (n. 3049, 3180, 4574, 5002, 9154). Quindi ogni bene ha la sua propria verità, e ogni verità ha il suo proprio bene, poiché il bene senza la verità non esiste, e parimenti la verità senza il bene (9637). Il bene trae anche la sua forma e qualità dalla verità; e la verità è la forma e la qualità del bene (n. 3049, 4574, 6916, 9154). Pertanto la verità deve essere necessariamente congiunta al bene affinché essi siano qualcosa (n. 10555). Quindi il bene è nello sforzo perpetuo di congiungere a sé le verità (n. 9206, 9495); approfondimento (n. 9206). E allo stesso modo le verità con il bene (n. 9206). La congiunzione è reciproca, del bene con la verità e della verità con il bene (n. 5365, 8516). Il bene agisce e la verità reagisce, ma dal bene (n. 3155, 4380, 4757, 5928, 10729). Le verità considerano il bene loro proprio come il principio ed il fine (n. 4353).

La congiunzione della verità con il bene è come la progressione della vita dell’uomo dall’infanzia in cui si accosta alle verità scientificamente, poi razionalmente e infine le fa proprie (n. 3203, 3665, 3690). Così è anche per la prole che viene concepita, poi è nel grembo, nasce, cresce e diviene savia (n. 3298, 3299, 3308, 3665, 3690). Così pure per i semi e il terreno (3671). E allo stesso modo per l’acqua e il pane (n. 4976). La iniziale affezione per la verità non è genuina, nondimeno, man mano che l’uomo è perfezionato, essa purificata (n. 3040, 3089). I beni e le verità che non sono autentici servono per introdursi nei beni e nelle verità genuine, dopodiché i primi sono abbandonati (n. 3665, 3690, 3974, 3982, 3986, 4145).

Inoltre, l’uomo è condotto al bene attraverso le verità e non senza di esse (n. 3665, 3690, 3974, 3982, 3986, 4145). Se l’uomo non apprende, né riceve le verità, il bene non può fluire e quindi egli non può divenire spirituale (n. 3387). La congiunzione del bene con le verità ha luogo secondo l’incremento delle conoscenze (3141). Le verità sono ricevute da ciascuno secondo la sua capacità (3385).

Le verità dell’uomo naturale sono costituite da ciò che è custodito nella sua memoria (n. 3293, 3309, 3310). Le conoscenze e ciò che è trattenuto dalla memoria sono come recipienti (n. 6004, 6023, 6052, 6071, 6077). Le verità sono recipienti del bene, in quanto ne sono le destinatarie (n. 1496, 1900, 2063, 2261, 2269, 3318, 3365, 3368).

Il bene fluisce nell’uomo interiormente, ovvero nella sua anima; le verità invece fluiscono nell’uomo esteriormente, cioè attraverso la vista e l’udito; ed esse sono congiunte interiormente dal Signore (n. 3030, 3098). Le verità sono elevate al di fuori dell’uomo naturale e sono radicate nel bene, nell’uomo spirituale. Così le verità divengono spirituali (n. 3085, 3086). E non appena esse fluiscono di lì nell’uomo naturale, il bene spirituale fluisce immediatamente nel bene naturale, ed in modo mediato nella verità naturale (n. 3314, 3573, 4563); approfondimento (n. 3314, 3576, 3616, 3969, 3995). in una parola, le verità nell’uomo sono congiunte al bene nella misura in cui egli è nel bene, in quanto alla sua vita (n. 3834, 3843). La congiunzione ha luogo in un modo presso il celeste e in un altro presso lo spirituale (n. 10124). Approfondimenti in merito alla congiunzione del bene e della verità, ed in che modo si realizza (n. 3090, 3203, 3308, 4096, 4097, 4345, 4353, 5365, 7623–7627). In che modo il bene spirituale è formato dalle verità (n. 3470, 3570).

24. Quelli che sono nella verità dal bene, di conseguenza, delle verità dal bene. La differenza tra la verità che conduce al bene e la verità che procede dal bene (n. 2063). La verità non è autenticamente tale, a meno che non proceda dal bene (n. 4736, 10619); perché la verità ha il suo esse nel bene (n. 3049, 3180, 4574, 5002, 9144); e la sua vita (n. 2434, 3111, 6077); e perché la verità è la forma o la qualità del bene (n. 3049, 4574, 5951, 9154). La verità è esattamente come il bene nell’uomo, nello stesso rapporto e grado. Affinché la verità sia autentica deve derivare la sua essenza dal bene della carità e dall’innocenza (n. 3111, 6013). Le verità che formano il bene sono verità spirituali.

La verità è tutt’uno con il bene quando procede da esso, finché questi due insieme diventano lo stesso bene (n. 4301, 4337, 7835, 10252, 10266). L’intelletto e la volontà fanno una mente ed una volontà quando l’intelletto procede dalla volontà – perché l’intelletto è il recipiente della verità, e la volontà è il recipiente del bene – ma non quando l’uomo pensa e parla in modo difforme da ciò che vuole (n. 3623). La verità dal bene e la verità nella volontà e nell’azione (n. 4337, 4353, 4385, 4390). Quandola verità procede dal bene, quest’ultimo ha la sua immagine nella verità (n. 3180).

In tutto il cielo e nel mondo, ed in ogni singola cosa di essi vi è un’immagine del matrimonio (nn. 54, 718, 747, 917, 1432, 2173, 2516, 5194). Segnatamente tra la verità ed il bene (nn. 1904, 2173, 2508). Perché tutte le cose nell’universo sono in relazione alla verità e al bene, affinché possano essere qualcosa; e sono altresì in relazione con la loro congiunzione affinché possa essere prodotto qualcosa (n. 2452, 3166, 4390, 4409, 5232, 7256, 10122, 10555). Le genti antiche stabilirono un matrimonio tra la verità e il bene (n. 1904). La legge del matrimonio è che due divengano uno, secondo le parole del Signore (n. 10130, 10168, 10169). L’amore autenticamente coniugale discende ed esiste dal cielo, attraverso il matrimonio della verità e del bene (nn. 2728, 2729).

L’uomo è savio nella misura in cui è nel bene e di lì nelle verità, ma non nella misura in cui conosce le verità e non è nel bene (n. 3182, 3190, 4884). L’uomo che è nelle verità dal bene è realmente elevato dalla luce del mondo alla luce del cielo, e di conseguenza, da ciò che è oscuro, in ciò che è luminoso. Per converso egli è nella luce del mondo, e in ciò che è oscuro quando conosce le verità ma non è nel bene (n. 3190, 3192). L’uomo non conosce il bene prima di essere in esso, e ne acquisisce la conoscenza da esso (n. 3325, 3330, 3336). Le verità aumentano immensamente dal bene (n. 2846, 2847, 5345). Del loro incremento (n. 5355).

Questo incremento è come la fruttificazione di un albero, e la moltiplicazione dei semi da cui sono prodotti interi giardini (n. 1873, 2846, 2847). La sapienza incrementa nello stesso grado, e questo per l’eternità(n. 3200, 3314, 4220, 4221, 5527, 5859, 10303). Anche l’uomo che è nelle verità dal bene è illuminato nello stesso grado, e ugualmente quando legge la Parola (nn. 9382, 10548–10550, 10691, 10694). Il bene dell’amore è come un fuoco; e la verità che ne deriva è come la luce da quel fuoco (n. 3195, 3222, 5400, 8644, 9399, 9548, 9684). Nel cielo le verità dal bene, risplendono (n. 5219).

Le verità dal bene, da cui è la sapienza, incrementano secondo la qualità e l’intensità dell’amore del bene; e per converso, le falsità dal male incrementano secondo la qualità e l’intensità dell’amore del male (n. 4099). L’uomo che è nelle verità dal bene entra nell’intelligenza e nella sapienza angelica; queste risiedono in lui interiormente, quando vive nel mondo ma sono dischiuse nell’altra vita (n. 2494). l’uomo che è nelle verità dal bene diviene un angelo dopo la morte (n. 8747).

Le verità dal bene sono come le procreazioni (n. 9079). Esse sono ordinate in serie (n. 5339, 5343, 5530, 7408, 10303, 10308). La disposizione delle verità dal bene comparata con le fibre e i vasi sanguigni nel corpo, e di lì, con i tessuti e le forme, secondo gli usi della vita (n. 3470, 3570, 3579, 9154). Le verità dal bene formano, per così dire, una città, e questo per influsso del cielo (n. 3584). Le verità che sono dall’amore dominante sono nel mezzo; e le rimanenti sono più o meno distanti da lì secondo il loro grado di affinità (n. 3993, 4551, 4552, 5530, 6028). Così pure, specularmente per il male (n. 4551, 4552).

Quando le verità procedono dal bene sono disposte nella forma del cielo (n. 4302, 4904, 5339, 5343, 5704, 6028, 10303). E questo secondo l’ordine in cui sono disposte le società angeliche (n. 10303). Tutte le verità che procedono dal bene sono congiunte l’una all’altra da una certa affinità, ed esse sono come ceppi familiari discendenti da un unico capostipite (n. 2863). Tutte le verità hanno una sfera di estensione nel cielo conforme alla qualità e intensità del bene da cui procedono (n. 8063).

Il matrimonio del bene e della verità  è la chiesa e il cielo presso l’uomo (n. 2731, 7752, 7753, 9224, 9995, 10122). La delizia e la felicità di quelli il cui bene e nelle verità (n. 1470). Le verità dal bene, in congiunzione, presentano un’immagine dell’uomo (n. 8370). L’uomo non è altro che il suo proprio bene e delle verità che ne deriva; ovvero del male suo proprio e della falsità che ne deriva (n. 10298).

Riassumendo, la fede è attraverso le verità (n. 4353, 4997, 7178, 10367). La carità verso il prossimo è attraverso le verità (n. 4368, 7623, 7624, 8034). L’amore per il Signore è attraverso le verità (n. 10143, 10153, 10310, 10578, 10645). La coscienza è attraverso le verità (n. 1077, 2053, 9113). L’innocenza è attraverso le verità (n. 3183, 3494, 6013). La purificazione dai mali è attraverso le verità (n. 2799, 5954, 7044, 7918, 9088, 10229, 10237). La rigenerazione è attraverso le verità (n. 1555, 1904, 2046, 2189, 9088, 9959, 10028). L’intelligenza e la sapienza sono attraverso le verità (nn. 3182, 3190, 3387, 10064). La bellezza degli angeli, e anche degli uomini, in quanto al loro interiore, vale a dire in quanto ai loro spiriti, sono attraverso le verità (n. 553, 3080, 4985, 5199). Il potere contro i mali e le falsità è attraverso le verità (n. 3091, 4015, 10488). L’ordine esistente nei cieli è attraverso le verità (n. 3316, 3417, 3570, 4104, 5339, 5343, 6028, 10303). La chiesa è attraverso le verità (n. 1798, 1799, 3963, 4468, 4672). Il cielo è presso l’uomo attraverso le verità (n. 3690, 9832, 9931, 10303). L’uomo diviene uomo attraverso le verità (n. 3175, 3387, 8370, 10298). Nondimeno, tutte queste cose sono attraverso le verità dal bene, and non attraverso le verità separate dal bene; e il bene è dal Signore (n. 2434, 4070, 4736, 5147). Tutto il bene è dal Signore (n. 1614, 2016, 2904, 4151, 9981).

25. Tutto il bene e la verità e dal Signore. Il Signore è il bene stesso e la verità stessa (n. 2011, 4151, 10336, 10619).

Il Signore, in quanto al suo Divino e al suo Umano, è il Divino bene del Divino amore; e da Lui procede la Divina verità (nn. 3704, 3712, 4180, 4577). La Divina verità procede dal Divino bene del Signore, comparativamente come la luce dal sole (nn. 3704, 3712, 4180, 4577). La Divina verità procedendo dal Signore, appare nei cieli come luce, e costituisce tutta la luce del cielo (n. 3195, 3223, 5400, 8694, 9399, 9548, 9684). La luce del cielo, che è la Divina verità unita al Divino bene, illumina sia la vista, sia l’intelletto degli angeli e degli spiriti (nn. 2776, 3138). Il cielo è nella luce  e nel calore, perché è nella verità e nel bene, perché , la Divina verità ivi è la luce, e il Divino bene ivi è il calore (n. 3643, 9399, 9400); luce e calore nel cielo e nell’inferno (nn. 126–140). La Divina verità procedendo dal Divino bene del Signore forma il cielo e lo dispone nell’ordine  (nn. 3038, 9408, 9613, 10716, 10717). Il Divino bene unito alla Divina verità che è nei cieli, è chiamato Divina verità (n. 10196).

La Divina verità che procede dal Signore è la sola realtà (n. 6880, 7004, 8200). Attraverso la Divina verità tutte le cose sono state fatte e create. (nn. 2803, 2894, 5272, 7678). Tutto il potere appartiene alla Divina verità (n. 8200).

L’uomo da se stesso non può fare alcunché del bene né pensare alcunché della verità (n. 874–876). L’uomo da se stesso, facendo uso delle sue facoltà razionali, non può percepire la verità (nn. 2196, 2203, 2209). Le verità che non sono dal Signore, sono dal proprio dell’uomo, ed esse non sono verità, ma appaiono come tali (n. 8868).

Tutto il bene e la verità è dal Signore e nulla di essi è dall’uomo (n. 1614, 2016, 2904, 4151, 9981). I beni e le verità sono autenticamente tali nella misura in cui hanno il Signore in essi (nn. 2904, 3061, 8480). Della Divina verità che procede direttamente dal Signore, e della Divina verità che procede indirettamente attraverso gli angeli, e del loro influsso presso l’uomo (n. 7055, 7056, 7058). Il Signore fluisce nel bene dell’uomo, e attraverso il bene, nelle verità (n. 10153). Egli fluisce, attraverso il bene, in ogni genere di verità, e segnatamente nelle verità autentiche (nn. 2531, 2554). Il Signore non fluisce nelle verità separate dal bene, e non vi è alcun parallelismo tra il Signore e l’uomo con riguardo alla verità e al bene, ma solo rispetto al bene (nn. 1831, 1832, 3514, 3564).

Agire rettamente e secondo verità per amore del bene e della verità è amare il Signore e il prossimo  (n. 10336). Coloro che sono nell’intimo della Parola, della chiesa e del culto, amano agire rettamente e secondo verità per amore del bene e della verità; viceversa coloro che sono nel senso esteriore della Parola, senza l’interiore, amano agire rettamente e secondo verità, per il bene di se stessi e del mondo (n. 10683). Cosa s’intende per agire rettamente e secondo verità per amore del bene e della verità, illustrato attraverso esempi (n. 10683).

26. Delle varie specie di beni e verità. Vi è un’infinita varietà e una cosa nonè mai esattamente uguale ad un’altra (nn. 7236, 9002). Vi è un’infinita varietà nei cieli (nn. 684, 690, 3744, 5598, 7236). Le varietà nei cieli sono varietà del bene, e di li deriva, ogni distinzione ivi (nn. 3519, 3744, 3804, 3986, 4005, 4067, 4149, 4263, 7236, 7833, 7836, 9002). Queste varietà sono dalle verità che sono molteplici, da cui ciascuno ha il bene (nn. 3470, 3519, 3804, 4149, 6917, 7236). Di qui ogni società angelica e ogni angelo in una società sono distinti l’uno dall’altro (nn. 690, 3241, 3519, 3804, 3986, 4067, 4149, 4263, 7236, 7833, 7836). Ma essi agiscono unanimemente attraverso l’amore del Signore, e perciò mirano ad un unico fine  (nn. 457, 3986).

In generale, i beni e le verità si distinguono secondo i gradi, in naturali, spirituali e celesti (n. 2069, 3240). In generale, ci sono tre gradi del bene e altrettanti della verità, secondo i tre cieli (n. 4154, 9873, 10270). I beni e le verità che ne derivano nell’uomo interno sono di triplice specie e ugualmente nell’uomo esterno (n. 4154). Vi è il bene naturale, il bene civile e il bene morale (n. 3768). Il bene naturale, in cui ciascuno nasce, non è il bene nell’altra vita, salvo che non sia reso bene spirituale (nn. 2463, 2464, 2468, 3408, 3469, 3470, 3508, 3518, 7761). Il bene naturale spirituale, e il bene naturale che non è spirituale (nn. 4988, 4992, 5032). Vi è la verità intellettuale, e la verità scientifica (nn. 1904, 1911, 2503).

27. La sapienza è dal bene attraverso le verità. In che modo la facoltà razionale è concepita e nasce nell’uomo (nn. 2094, 2524, 2557, 3030, 5126). Ciò è realizzato per influsso del Signore attraverso i cieli, nelle conoscenze interiori ed esteriori che sono presso l’uomo, e di lì deriva l’elevazione (nn. 1895, 1899–1901). L’elevazione è conforme agli usi e all’amore per essi (nn. 3074, 3085, 3086). La facoltà razionale nasce attraverso le verità quindi, quali sono le verità tale è la facoltà razionale (nn. 2094, 2524, 2557). La facoltà razionale è aperta e formata attraverso le verità dal bene; ed è preclusa e distrutta attraverso le falsità dal male (nn. 3108, 5126). L’uomo non è razionale in forza del fatto che può ragionare su ogni soggetto, ma in virtù del fatto che può vedere e percepire se una cosa è vera o no (n. 1944). L’uomo nasce in nessuna verità, in quanto non nasce nel bene; ma può apprendere e assimilare entrambi (n. 3175). Difficilmente l’uomo può ricevere le verità autentiche e di lì divenire savio facendo affidamento sulla fallacia dei sensi, sulle persuasioni della falsità e sui ragionamenti e dubbi che ne derivano (n. 3175). L’uomo inizia ad essere savio quando si oppone ai ragionamenti contro le verità e respinge i dubbi che ne derivano (n. 3175). La facoltà razionale non illuminata dell’uomo si fa beffe delle verità interiori; attraverso esempi (n. 2654). Le verità presso l’uomo sono chiamate interiori quando sono radicate nella sua vita, e non per effetto della loro mera conoscenza, seppure queste possono essere chiamate verità interiori (n. 10199). Nel bene vi è la facoltà di divenire savi da cui, quelli che nel mondo hanno vissuto nel bene, pervengono alla sapienza angelica, dopo aver lasciato il mondo (n. 5527, 5859, 8321). In ogni bene vi sono innumerevoli cose (n. 4005). Innumerevoli cose possono essere note dal bene (n. 3612). Della moltiplicazione della verità dal bene (n. 5345, 5355, 5912). Il bene dell’infanzia attraverso le verità ed una vita conforme ad esse, diviene il bene della sapienza.

Vi è un’affezione per la verità e un’affezione per il bene (nn.1904, 1997). Qual è la qualità di coloro che sono nell’affezione della verità, è qual è la qualità di coloro che sono nell’affezione per il bene (n. 2422, 2429). Chi è in grado di pervenire all’affezione per la verità, e chi non lo è (n. 2689). Tutte le verità sono disposte in un ordine conforme ad una generale affezione (n. 9094). L’affezione per la verità e l’affezione per il bene nell’uomo naturale sono come fratello e sorella; mentre nell’uomo spirituale sono come marito e moglie (n. 3160). Le verità nella loro perfezione, non sono accessibili all’uomo e neppure agli angeli, am sono solo presso il Signore (n. 3207, 7902). Le verità presso l’uomo sono solo apparenze di verità (n. 2053, 2519). Inizialmente le verità presso l’uomo sono apparenze di verità, dalla fallacia dei sensi, le quali nondimeno, sono successivamente dismesse, man mano che egli è perfezionato in quanto alla sapienza (n. 3131). Le apparenze di verità pressi l’uomo che è nel bene sono ricevute dal Signore come verità (n. 2053, 3207). Cosa, e di che qualità sono le apparenze di verità (n. 3207, 3357–3362, 3368, 3404, 3405, 3417). Il senso letterale della Parola in molti luoghi è secondo  le apparenze (n. 1838). Le stesse verità presso un uomo sono più genuine, in un altro meno, e in un altro ancora sono false in quanto falsificate (n. 2439). Le verità sono tali secondo la corrispondenza tra uomo naturale e spirituale (3128, 3138). Le verità differiscono secondo le varie idee e percezioni intorno ad esse (n. 3470, 3804, 6917).

La verità quando è congiunta la bene svanisce dalla memoria perché allora essa diviene parte integrante della vita (n. 3108). Le verità non possono essere congiunte al bene se non in uno stato di libertà (n. 3158). Le verità sono congiunte al bene attraverso le tentazioni (n. 3318, 4572, 7122). Vi è nel bene uno sforzo continuo di disporre le verità nell’ordine e di ristabilire si lì il proprio stato (n. 3610).

Le verità appaiono sgradevoli quando è interrotta la comunicazione con il bene (n. 8352). L’uomo difficilmente può discernere tra la verità e il e bene, perché egli difficilmente discerne tra pensiero e volontà (n. 9995). Il bene nella Parola è chiamato fratello della verità (n. 4267). In una certa accezione il bene è anche chiamato signore, e la verità, servitore (n. 3409, 4267).

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