Dal senso letterale della Parola vi è la congiunzione con il Signore e l’associazione con gli angeli
62. Attraverso la Parola vi è congiunzione con il Signore perché la Parola tratta di lui solo; perciò il Signore è il tutto in tutte le cose di essa, ed egli stesso è chiamato Parola, come è stato mostrato in Dottrina sul Signore. Che tale congiunzione abbia luogo nel senso letterale è perché in questo senso la Parola è nella sua pienezza, santità e potenza, come è stato mostrato più sopra. Questa congiunzione non appare in modo tangibile; ma essa è nell’affezione della verità e nella sua percezione; quindi nell’amore e nella fede per la Divina verità nell’uomo.
63. Attraverso il senso letterale vi è associazione con gli angeli del cielo perché in quel senso sono presenti il senso spirituale e il senso celeste; e gli angeli sono in questi due sensi. Gli angeli del regno spirituale sono nel senso spirituale, e gli angeli del regno celeste sono nel senso celeste. Questi due sensi si dipanano dal senso naturale della Parola, che è il suo senso letterale, nel quale è l’uomo autentico. Il dipanarsi dei sensi interiori della Parola è istantaneo; e tale è anche l’associazione.
64. Che gli angeli spirituali siano nel senso spirituale della Parola, e gli angeli celesti nel suo senso celeste, mi è stato manifestato da una lunga esperienza. Mi fu dato di percepire che mentre leggevo la Parola nel suo senso letterale, si apriva una comunicazione con i cieli, ora con questa, ora con quella società. E ciò che io intendevo secondo il senso naturale, gli angeli spirituali lo intendevano secondo il senso spirituale, e gli angeli celesti secondo il senso celeste; e ciò aveva luogo istantaneamente. Che vi sia stata una tale comunicazione non nutro alcun dubbio, avendola io percepita per alcune migliaia di volte. Vi sono anche degli spiriti, che dimorano al disotto dei cieli, i quali abusano di questa comunicazione, recitando alcuni versetti dal senso letterale della Parola, per osservare la società con la quale si apre la comunicazione, cosa che spesso ho visto e udito. Attraverso tali prove mi è stato dato di sapere per viva esperienza che la Parola, in quanto al senso letterale, è un mezzo Divino di congiunzione con il Signore e con il cielo. Di questa congiunzione attraverso la Parola si veda anche in Cielo e Inferno n. 303-310 (https://fondazioneswedenborg.wordpress.com/2016/07/19/cielo-e-inferno-303-310).
65. Ma si dirà brevemente in che modo ha luogo il dipanarsi dei sensi della Parola, cui si è appena fatto cenno. Affinché ciò sia compreso è necessario fare riferimento a ciò che è stato già detto nei precedenti paragrafi n. 6 e 38, in merito all’ordine successivo e all’ordine simultaneo. E cioè che il celeste, lo spirituale ed il naturale si susseguono uno dopo l’altro nell’ordine successivo, dai supremi che sono nel cielo, fino agli ultimi, che sono nel mondo. Questi stessi nell’ordine simultaneo, vengono a trovarsi nell’ultimo – che è il naturale – l’uno accanto all’altro, dagli intimi sino agli estremi. Allo stesso modo i sensi interiori della Parola – vale a dire quello celeste e quello spirituale – vengono a trovarsi insieme in quello naturale. Compreso ciò, si può ora chiarire all’intelletto in che modo in che modo i due sensi spirituale e celeste si dipanino, dal senso naturale, quando l’uomo legge la Parola; giacché allora l’angelo spirituale ne evoca il senso spirituale, e l’angelo celeste, ne evoca il senso celeste. Né potrebbe essere diversamente perché lo spirituale e il celeste sono rispettivamente omogenei e conformi alla natura e all’essenza degli uni e degli altri angeli.
66. Ma questo illustrerà il soggetto, per comparazioni tratte dai tre regni della natura, denominati animale, vegetale e minerale. In primis, dal regno animale; dal cibo elaborato nell’apparato digerente i vasi sanguigni traggono le sostanze utili al sangue e le fibre nervose, i liquidi e le sostanze a loro necessarie. Dal regno vegetale; l’albero con il tronco, i rami, le foglie ed i frutti sta ritto sulla sua radice che estrae e assorbe dall’humus un liquido più denso per il tronco, i rami e le foglie, e più puro per la polpa dei frutti, e purissimo per i semi entro i frutti. Dal regno minerale; nel sottosuolo vi sono in certi luoghi miniere pregne d’oro, argento e ferro. Da recondite esalazioni nelle viscere della terra, l’oro trae il suo elemento, l’argento il suo e il ferro il suo.
67. Sarà ora illustrato con un esempio in che modo gli angeli spirituali e gli angeli celesti estraggono rispettivamente il loro senso dal senso naturale in cui è la Parola presso gli uomini. Prendiamo ad esempio cinque precetti del Decalogo.
Onora il padre e la madre (Esodo 20:12; Deuteronomio 5:16)
Per padre e madre l’uomo intende il padre e la madre sulla terra, e anche tutti quelli che ne fanno le veci. E per onorare intendono rispettarli e prestare obbedienza. Ma l’angelo spirituale per padre intende il Signore, e per madre, la chiesa; e per onorare intende amare. L’angelo celeste poi per padre, intende il Divino amore del Signore, e per madre la Divina sapienza del Signore; e per onorare, fare il bene da lui.
[2] Non rubare (Esodo 20:15; Deuteronomio 5:19)
Per rubare, l’uomo intende rubare, defraudare, sottrarre al prossimo i suoi beni dietro qualunque pretesto. L’angelo spirituale per rubare, intende privare gli altri delle verità della loro fede e dei beni della loro carità, attraverso le falsità ed i mali. Mentre l’angelo celeste per rubare, intende attribuirsi ciò che appartiene al Signore, ed usurpare la giustizia ed il merito, appropriandoseli.
[3] Non commettere adulterio (Esodo 20:14; Deuteronomio 5:18)
Per commettere adulterio, l’uomo intende fornicare, fare atti osceni, parlare di cose lascive e pensare a cose impure. L’angelo spirituale per commettere adulterio, intende adulterare i beni della Parola e falsificarne le verità. Mentre l’angelo celeste per commettere adulterio, intende negare il Divino del Signore e profanare la Parola.
[4] Non uccidere (Esodo 20:13; Deuteronomio 5:17)
Per uccidere, l’uomo intende anche avere in odio e vendicarsi di altri fino a desiderarne la morte. L’angelo spirituale per uccidere, intende agire diabolicamente e dannare l’anima dell’uomo. Mentre l’angelo celeste per uccidere, intende avere in odio il Signore e ciò che gli appartiene.
[5] Non commettere falsa testimonianza (Esodo 20:16; Deuteronomio 5:20)
Per testimoniare falsamente, l’uomo intende anche mentire e diffamare. L’angelo spirituale per testimoniare falsamente, intende dire e persuadere che la falsità sia verità e che il male sia bene, e viceversa. Mentre l’angelo celeste in luogo di testimoniare falsamente, intende bestemmiare il Signore e la Parola.
[6]. Da questi esempi si può vedere in che modo si dipanino e si estraggano i sensi spirituale e celeste dal senso naturale della Parola, nel quale sono nascosti; e, ciò che è mirabile, in che modo gli angeli estraggano i loro rispettivi sensi, ignorando il pensiero dell’uomo. E nondimeno, i pensieri degli uomini e degli angeli, fanno uno per corrispondenza, come il fine, la causa e l’effetto. I fini sono anche in attualità nel regno celeste; le cause nel regno spirituale; e gli effetti nel regno naturale. La stessa congiunzione per le corrispondenze è tale dalla creazione. Di là è la consociazione con gli angeli per mezzo della Parola.
68. La consociazione dell’uomo con gli angeli ha luogo per mezzo del senso naturale o letterale della Parola anche perché in ogni uomo vi sono dalla creazione tre gradi della vita: il celeste, lo spirituale ed il naturale. Ma l’uomo finché è nel mondo, è nel grado naturale, e poi nel grado spirituale nella misura in cui egli sia nelle verità autentiche; e nel grado celeste nella misura in cui egli sia in una vita conforme ad esse. Tuttavia egli non perviene allo spirituale o al celeste, se non dopo la morte. Ma di questo soggetto si dirà di più altrove.
69.
Da tutte queste spiegazioni risulta ora che nella sola Parola – poiché per essa ha luogo la congiunzione con il Signore e la consociazione con gli angeli – vi è spirito e vita, come il Signore insegna: